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giovedì 2 luglio 2020

Le avventure di Manfredo e Romilda 8 L'ora del diavolo

Questa è la storia di Manfredo dei Mlòt 
( detto il Malabraga ) 
e della sua consorte Romilda 


" Le avventure di Manfredo e Romida " 
di Matteo di Melotti 
( parte ottava ) 

Al tramonto la vita del borgo, lentamente si assopiva, i contadini tornavano a casa dai campi, le barche restavano legate agli ormeggi del sostegno, i cavalli, somari e tutte le bestie, sistemate nelle stalle, quando calava la notte e la città chiudeva le porte, tutto restava avvolto nell'oscurità sotto un velo di stelle, il materno sguardo della luna, vegliava il sonno del popolo ...
Anche la locanda chiudeva di notte, a parte il venerdì, nel buio assoluto, tra le strade deserte, il silenzio era spezzato solo dai versi, di qualche animale, il gufo che vigile, sorvegliava tra le fronde di una grossa quercia, l'incessante frinire di grilli e cicale, ma nell'apparente quiete si celava, un mondo misterioso, una intricata seppur discreta selva di losche figure, che affollavano la palude e l'argine … col favore delle tenebre …
Non tanto i briganti nei boschi o qualche ubriaco che si addormentava sulla via di casa … quanto donne e uomini, dediti a pratiche occulte, persone apparentemente insospettabili, operavano nell'oscurità, riti magici, incantesimi o semplici preghiere …
Manfredo e Romilda, collaboravano spesso, con streghe e negromanti, non solo confezionando e trafficando con Amuleti o Talismani, ma anche dando consigli e a volte anche celebrando rituali, per quanto possibile, cercavano di operare in casa, attraverso uno specchio avevano accesso al mondo dei morti, capitava però che alcune pratiche, implicassero un ambiente esterno, come il cimitero o il bosco, fosse anche solamente per seppellire feticci, per spezzare malefici …
In quanto cavaliere gaudente, il Malabraga, si trovava a dover affrontare casi apparentemente misteriosi, morti improvvise ed inspiegabili, o apparizioni e sparizioni, più della lama, del veleno, era la parola se non semplicemente il pensiero, l'intenzione era l'insidia più pericolosa.
Il silenzio, l'oscurità erano armi subdole e potenti, incubi e succubi, tormentavano il sonno …
Gli antenati vegliavano sui loro figli, come gli angeli, che affrontavano le schiere diaboliche, per proteggere, gli innocenti, tante volte Manfredo e anche Romilda si trovarono ad affrontare entità demoniache, che si presentavano sempre nelle forme apparentemente più innocenti e amichevoli, i pericoli si celavano spesso dietro i sorrisi, gli abbracci, le strette di mano, più delle maledizioni di vecchie fattucchiere, i complimenti ,i convenevoli, le lusinghe erano i tranelli più subdoli usati dal diavolo ...

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